Gallery

Sgrammaticatura CAM pan a (2011)

Sens'azioni pedestri. I piedi che nascono dall'ombra appaiono di chiara matrice caravaggesca. Simbolo dell'ubbidienza e della devozione, il tema dei piedi nudi e gonfi è uno dei "dogmi" fondamentali di quella corrente pauperistica alla quale Caravaggio aderiva: "essi sono lì, quindi vanno esaltati e non occultati" diventando i veri protagonisti.

Viaggio nei musei (2010)

La peculiarità dello sguardo di Starnone è individuabile proprio nel suo fondamentale interesse a cogliere quella proteiforme dialettica che si instaura tra l’opera ed il fruitore, nel ventaglio di possibilità conoscitive che tale incontro dispiega. Esso è in grado di evidenziare le implicazioni altrimenti meno immediatamente percettibili della prima, così come di parlarci del retroterra sociale e psicologico del secondo, inteso ovviamente non tanto in quanto singolo ma in quanto prototipo di un gruppo. Un sodalizio che appare, in ultima istanza, approdare spesso e volentieri alla fusione-integrazione. (Stefano Taccone)

Velum Idearum (2004 – 2009)

Quel velo che avvolge costantemente il corpo della nostra eroina, ora sovrabbondante, ora perfettamente aderente alla pelle e quasi fuso col corpo, al di là dei pur importanti ma fin troppo evidenti riferimenti filologici (su tutti le celebri statue della Cappella Sansevero di Napoli: il Cristo velato di Giuseppe Sammartino, ma più ancora la Pudicizia di Antonio Corradini), ci riconduce, ancora una volta, ad una dimensione dicotomica. Uno strumento in grado di annichilire la bellezza con la sua azione coprente, ma anche di esaltarla nel contrasto tra le parti non più visibili e parti comunque in vista. (Stefano Taccone)

Fram(m)enti flegrei (2004)

Fram(m)enti raccoglie in forma di grembo comune, nella sabbia, frammenti di varie opere di dodici artisti: pittori, scultori e fotografi che non appartengono né a un gruppo né a una poetica definita. La sabbia è matrice. La sabbia disegna sul pavimento marmoreo della sala dell’Ostrichina una sezione di cervello umano. Le opere vi emergono come richiamate alla mente o alla nostra consapevolezza come flash-back, brevi ed intense come affiorate da universi lontani o mondi sotterranei, universi o mondi che ogni artista incarna nel proprio lavoro, nella propria ricerca, nella tensione della rappresentabilità del proprio labirinto mentale, emotivo e culturale. (Ma Ecta Kusum)

Viaggio nel lavoro (2002)

Sono figure divenute immagini che appaiono come impressioni ai nostri occhi distratti, ferme agli angoli delle strade, pronte a “bloccare” le auto, ad ingaggiare la breve ed impari lotta con i tergicristalli, oppure a mostrare le solite mercanzie, consentendo gli insulti purché qualche centesimo di euro finisca nel palmo della mano. La parola d’ordine è «Qualcosa per mangiare». È il popolo che pattuglia gli angoli del circuito urbano; è, in fondo, quello più visibile, quello che incontriamo ogni giorno, la “brigata” più piccola del grandissimo esercito, nascosto nelle maglie della nostra civiltà, nei “cunicoli” del lavoro nero, a limite estremo anche della schiavitù. (Massimo Bignardi)

Frammenti flegrei (2000)

Le immagini in cibachrome di Starnone sono cariche della forza espressiva del frammento. Dettagli di una scrittura che la luce descrive sulle cose restituendoci sempre nuovi paesaggi dell’immaginario, originati, sempre e comunque, dalle tracce del tempo e dei segni della storia dell’Uomo. Con una serie di assemblaggi tra reperti antichi e moderni Starnone restituisce il suo frammento di racconto flegreo, di sicuro vicino ad un’idea di lettura del paesaggio come testimonianza attiva e sensibile. Da una successione di dettagli, alternando a frammenti della classicità quelli postindustriali, queste fotografie propongono effetti percettivi vicini a quelli dell’arte astratta e optical, prodotti in questo caso da reiterazioni di tratti e dal loro magico ingrandimento.

Viaggio a Parigi (1999)

La Parigi di Starnone incarna, o meglio, fa suo il simbolo della attuale frammentarietà e fragilità virtuale di un mondo dove l’uomo antropomorficamente si guadagna una sua decentrata supremazia, proiettando innumerevoli “altri da sé” sul corpo del reale in un rifrangersi all’infinito di forme. Il fotografo fortunosamente presente e sensibile ai momenti più deliziosamente equivoci seppure in uno scorrere del tempo naturale e quotidiano, ci conduce attraverso il reticolo della Metrò dove l’immagine si sostituisce praticamente al reale. Anzi quest’ultimo dimostra di soccombere alla prima, che ingloba ogni evento, che trasforma ogni contingenza in evento-immagine frammentari e fuggitivi. Per sopravvivere all’interno di un clima così underground c’è bisogno di immagini calde ed avvolgenti che offrendo protezione allontanino ansie e malumori, capaci di proteggere nel loro abbraccio solitario anche i barboni che disdegnano il riaffiorare in superficie. (Dianora Andreini)

Venerdì Santo a Procida (1997)

La Procida assonnata ed appartata dell’isola di Arturo, ora si è mutata, grazie alla forte espressione di uno spirito collettivo. I protagonisti della processione sembrano formare un organismo compatto e tutt’uno con l’isola e il sole e il sacro: una sola energia.Si avverte la lunga preparazione e l’attesa di tale evento. Le tante fatiche si concludono in una corale materializzazione di energia che paradossalmente avvalora la coincidenza con l’idea dell’estremo sacrificio: la morte. Anche il “sonno degli angeli”, inconsapevolmente interpretati da bambini più piccoli, ne è un simbolo. Oppure il sonno degli innocenti li salva (e ci salva) dall’avvertire la sferzata troppo acuta della catarsi che si compie (ché il sonno, quale piccola morte, è anche simbolo di purificazione). (Dianora Andreini)

Napoli
I quattro elementi

La confusione è irritante… poi m’incanto tra le terracotte e gli angeli di san gregorio armeno.. vorrei essere trasportato dalle loro ali ed afferrare ogni cosa in un unico sguardo.. supero l’uscio dell’arte e mi rapisce, fantastica una dimensione onirica, mondo d’irrealtà felice, vissuta come una confusione, ora lenta, ora dolce, irrinunciabile atmosfera di un sogno… : Aria d’Icaro e fuoco di Lucifero: …tentazione …peccaminoso pensiero che naviga su acqua perigliosa per approdare su terra più sicura.

Gallery